Andrea Axel Nobile, il direttore artistico che ama il Cilento

Con i suoi diciotto anni di vita il Villammare Film Festival è diventato un evento rinomato e prestigioso, che richiama l’attenzione non solo del mondo del cinema, ma soprattutto di personaggi legati al mondo della televisione e dello spettacolo, oltre agli addetti ai lavori. Nato dapprima come una semplice competizione di corti, la kermesse è riusciuta a rinnovarsi e a crescere, concentrandosi, non solo sui lungometraggi, ma anche sulle colonne sonore e sulle tematiche sociali, ospitando quindi, grandi produzioni e i più grandi nomi dello star system. Difatti, nella serata finale, si sono alternati, solo per citarne alcuni, personaggi come Giancarlo Giannini, Giuliana De Sio, Giovanna Rei, Cinzia Mirabella, Alex Belli e Nadia Rinaldi che, accompagnata al pianoforte dal Maestro Vince Tempera, ha emozionato il pubblico cantando “Tu sì ‘na cosa grande”. Tutto questo grazie all’intervento del patron della manifestazione Alessandro Cocurullo e della valida direzione artistica, affidata oramai da cinque anni, ad un giovane e talentuoso napoletano, Andrea Axel Nobile, che nonostante la sua giovane età annovera già una lunga esperienza nel settore, vantando un curriculum di tutto rispetto, riuscendo già ad imporsi come deus ex machina di molte produzioni televisive e cinematografiche. In particolare, del Villammare Film Festival, che grazie alla sua direzione e impostazione, si sta imponendo a livello nazionale. Proprio in occasione dallo strabiliante successo ottenuto dalla manifestazione da lui curata, che si è tenuta dal 23 al 30 Agosto nella ridente cittadina del Cilento e che ha distribuito la bellezza di venti premi, incoronando, tra gli altri, l’attrice Giuliana De Sio come miglior personaggio femminile dell’anno, incontriamo il brillante direttore artistico Andrea Axel Nobile che ama particolarmente la terra cilentana, non solo per la sua natura magica, ma soprattutto perchè è diventata una realtà di richiamo per il mondo del cinema, visto che proprio a Sapri si stanno girando alcune scene del nuovo film su OO7 con Daniel Craig.

Nonostante la tua giovane età, hai toccato ogni aspetto dell’arte, spaziando dal teatro al cinema, fino ad arrivare alla televisione. Come hai capito che quella era la tua strada?

Il mondo dello spettacolo è sempre stata una mia passione da quando ero piccolo. A quindici anni mi sono iscritto a scuole di teatro dove ho provato a recitare. Capito che non era quella la mia vocazione ho iniziato gradualmente a ritirarmi dalle scene per aiutare e sostenere registi e piccole produzioni. Dal teatro sono cresciuto lentamente fino a quando nel 2009 ritrovandomi in un grande evento in Puglia, una persona che si occupava di assistenza viene a mancare e, inaspettatamente, fui incaricato io di sostituirla. E da lì che ha avuto inzio quello che sarebbe diventato, poi, il mio lavoro. Quindi, in realtà, è stata solo fortuna e casualità.

Però è servita anche la tua bravura che ha fatto in modo che si evolvesse in maniera sempre più professionale e proficua..

In realtà, è venuto sempre tutto da sé. Poichè lentamente e naturalmente iniziavano ad arrivare sempre più proposte come assistente di eventi culturali e non. Tra varie persone conosciute c’era un talent scout che cercava un assistente per una fiction e mi chiese se volessi collaborare con lui. E’ stata una collaborazione breve ma intensa, ma grazie alla quale ho avuto la possibilità di conoscere tante altre persone e artisti. Senza tralasciare, però, il teatro che è rimasto il mio primo amore.

Ma dal teatro, sei passato al cinema dove hai avuto ottimi riscontri collaborando con nomi importanti e riuscendo a lavorare al film d’esordio di Ciro Formisano L’Esodo che ha vinto il Globo d’oro e nominato ai Nastri d’argento..

Se il teatro è il primo amore, il cinema è l’amante perfetto, visto che è stato da sempre la mia più grande passione. Ho avuto la possibilità di farlo, grazie al mio amico, il regista Fabio Massa, che mi ha chiamato per il suo secondo film. E grazie al quale sono diventato un vero e proprio direttore di casting. Da lì, poi, sono arrivato a collaborare con Formisario per il suo film, dove ho lavorato in maniera quasi capillare. Infatti, poi, ha avuto un grandissimo successo di critica.

Un film discusso visto l’argomento attuale e scottante come quello degli esodati..

Il film ha una grande Daniela Poggi come protagonista ed è stato visto anche dal Ministro Elsa Fornero che ha generato la categoria degli esodati. Un progetto che mi ha portato particolarmente fortuna, poiché, mi ha permesso di mettermi in luce e di lavorare in altre produzioni e registi con i quali sono sempre riuscito a stringere un legame profondo che mi permette di entrare interamente nel progetto. Con questo mio diverso approccio al lavoro cerco di vivere appieno il progetto.

Dal cinema sei approdato, poi alla televisione, dove fai tanti casting per trasmissioni importanti e visti dal grande pubblico, che ti porta ad assumere un grande responsabilità. Sei sempre convinto delle scelte che poi fai, oppure qualche volta sei assalito da dubbi e ripensamenti?

Qualsiasi lavoro che ha a che fare con le carriere lavorative portano dubbi e perplessità. Ma a me piace sempre rischiare e fare delle scelte forti creando cast che fanno discutere. Ad esempio mi è successo nel corto di Cinzia Mirabella, Non trovo le parole, dove ho chiamato Giulia Montanarini come protagonista, per interpretare una ragazza lesbica. Per un personaggio che proveniva dalla televisione e non più tanto presente sul piccolo schermo, la mia scelta è risultata vincente. Per me è motivo di grande orgoglio, soprattutto perchè non sempre ti è permesso di avere una libertà editoriale così forte.

Tu che sei giovanissimo, ti rapporti con innumerevoli personaggi famosi. Come fai ad instaurare con loro rapporti di collaborazione basato sulla fiducia e talvolta anche sull’amicizia?

Generalmente i rapporti che nascono si basano innanzitutto sulla fiducia umana e artistica, perchè loro mi si donano. E questa cosa la trovo sempre emozionante perchè non è facile essere un punto di riferimento per un artista, che il più delle volte è una personalità complicata. Ci si riesce quando si fa un lavoro di squadra, dove io tutelo completamente l’artista dandogli la reale possibilità di far esprimere il suo mondo. Non sempre è facile, ma l’esperienza ti dà la possibilità di mediazione.

So che non risponderai, ma la domanda è d’obbligo. Con quale artista ti sei trovato meglio?

Fondamentalmente non ho mai avuto problemi con nessuno, poiché la cosa che più mi piace è lavorare con gli artisti che hanno fatto parte del mio immaginario di ragazzino, tipo Massimo Bonetti, Vince Tempera o la De Sio. Però allo stesso tempo mi piace molto scovare nuovi talenti, farli crescere e dargli la possibilità di una carriera. E se realmente succede, mi rimane la soddisfazione personale di aver avuto ragione.

A proprosito di scovare talenti, tu sei diventato anche produttore del talent, Fashion Up Academy, dove modelle si sfidavano con prove settimanali, andato in onda con un buon riscontro su Sky e Julie Italia…

E’ stata una bellissima esperienza, perchè molte partecipanti del programma hanno poi avuto successivamente delle carriere e questo mi ha riempito di gioia perchè ha significato che l’idea ha funzionato ed è stato davvero utile. Speriamo di ripeterla, visto che nell’aria c’è il progetto di una seconda serie.

Tra lavoro in teatro, cinema e televisione, poi hai anche trovato il tempo di conseguire due lauree…

Per me lo studio è importante e non è assolutamente secondario, soprattutto quando si fa questo lavoro perchè ti dà la possibilità di avere uno strumento maggiore per capire cosa ti accade attorno. Credo che avere delle parole in più ti danno la forza di affrontare le cose diversamente e avere una possibilità in più quando poi ti trovi a dover fare delle scelte. Perchè è importante non farsi mai trovare impreparati.

Visto che conosci così bene il linguaggio e il mezzo televisivo, una tua considerazione sull’attuale stato della televisione

Secondo me, la televisione sta vivendo un suo medioevo dove l’epoca dei social, dell’autoimprenditoria e dell’intrattenimento, stanno portando all’impoverimento del linguaggio. Si tende meno a rischiare e c’è meno concentrazione da parte del pubblico su quello che si trasmette. E’ diventata sempre meno impegnativa e sempre più vicino alla vita quotidiana. Tutto si mischia ad una sorta di reality, che poi reality non è, perchè è pur sempre una realtà alterata. Dunque, si rischia poco, su pochi volti, e i grandi artisti si ritrovano a dover fare solo quel tipo di televisione.

Quindi, quali programmi salveresti e quali elimineresti?

Non amo i programmi di cucina. Ce ne sono troppi e si assomigliano tutti. Un programma che salvo, invece, è Tale e quale show, perchè nel bene e nel male c’è un’artisticità del mezzo, anche se si sta imbastardendo perchè si sta legando troppo a personaggi dei social e del web.

Nonostante tu sia impegnato in tutti questi campi, non tralasci l’impegno sociale. Ad esempio hai collaborato allo spot contro HIV Prevenzione HIV ed MTS per la regia Roberto Di Costanzo

Chi ha un briciolo di visibilità deve impegnarsi socialmente per cercare di aiutare gli altri. Ho collaborato spesso volte agli spot del gay pride che si sono tenuti a Napoli, come quello con Mariano Lamberti, Liberamente Corpo. Secondo me l’arte deve avere un messaggio e uno stimolo. Sapere che non si è soli è basilare e se un piccolo aiuto lo si può dare con progetto dove io ci sono, non posso che esserne felice. Se l’arte può avere una finalità sociale che ben venga.

Dunque, argomenti tematici, come ultimamente stanno trattando sempre più spesso telefilm e soap opera, non ultimo Un Posto al Sole, possono davvero aiutare?

Certo, perchè hai la reale possibilità di parlare ad un pubblico ampio che non vive certe problematiche. L’importante, però, che non si cada nello stereotipo che possono avvilire le battaglie che si combattono.

Su quali progetti stai lavorando per il futuro?

Sono diversi, ma non ne posso parlare ancora. Da poco ho concluso il Villammare Film Festival, quindi sto valutando proposte. Quando si concretizzeranno sarete i primi a saperlo. Per ora ci dedichiamo alla costruzione di altri progetti che speriamo diventino nuovi successi, sempre ovviamente nel rispetto del pubblico.

Cosa consiglieresti ai ragazzi di oggi, e più specificatamente, a chi vuole entrare in questo mondo?

Consiglio assolutamente di studiare e di impegnarsi tanto, perchè solo con lo studio e l’impegno si riescono a raggiungere grandi obiettivi.

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